Il segreto della felicità? La flessibilità psicologica.
Come posso essere felice? Come diventarlo? Sono queste domande ad aver ossessionato l’essere umano da quando ha preso coscienza di sè ed ha iniziato a mettere in discussione il mondo che lo circondava. I più illustri filosofi di tutti i tempi hanno provato a rispondere alla domanda “cos’è la felicità?”. Non è questa la sede per inserirsi in un dibattito tanto impegnativo ma ci accontenteremo di aggiungere un importante tassello: la flessibilità psicologica.
La flessibilità psicologica è un’abilità umana messa in evidenza dall’ ACT ed è il frutto di sei processi fondamentali che ne costituiscono i pilastri: defusione, accettazione, contatto con il momento presente, valori, azione impegnata e sè come contesto.
In poche parole la flessibilità psicologica è la capacità di essere presente, aperto e fare ciò che conta.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente semplicità dei termini; ad una prima lettura quest’abilità, infatti, non dice molto ma in realtà rappresenta lo scudo principale a tutti i processi negativi che si generano nella nostra mente e ci spingono a stare male o più semplicimente a “non vivere bene come vorremmo”.
I sei processi non vanno intesi come entità separate bensì come le fondamenta dello stesso edificio o come i vertici della stessa figura. La rappresentazione dei sei processi che compongono la flessibilità psicologica, infatti, è l‘hexaflex.
Nei prossimi post approfondiremo attraverso esempi concreti i sei processi e la loro integrazione rappresentata dalla flessibilità psicologica.
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