Il primo passo per vincere il panico: conoscerlo.
«La cosa peggiore di un Attacco di Panico è che nessuno ti può capire. Nessuno ti può capire perché non ce la fai a spiegare con le parole le terribili sensazioni che provi: il cuore che batte all’impazzata, i formicolii e la sensazione di dover fare qualcosa per non impazzire ma in quel momento l’unica reazione che riesci ad avere è accucciarti e stringere le ginocchia».
Lucia, 28 anni.
La frustrazione di non essere capiti è una delle peggiori che una persona possa provare. Nel caso del Panico la persona vorrebbe descrivere tutte quelle sensazioni tanto forti da togliere il fiato ma l’Attacco di Panico è un fenomeno complesso che non può essere ridotto alla somma dei suoi sintomi.
Qualche mese fa una ragazza di nome Amber Schmid aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una foto prima e dopo aver avuto un attacco di Panico. Il confronto vale più di tante spiegazioni: nella foto in alto appare giovane, bella, seducente e sicura di sé mentre nella foto in basso ci appare solo una ragazza sofferente e terrorizzata. La giovane inglese, il cui post è stato condiviso da migliaia di persone, ha agito per sensibilizzare le persone nei confronti di questo problema che affligge molti ma è ignorato dai più; l’incomprensione delle persone aumenta il problema facendo sentire chi soffre d’ansia non capito o “snobbato”. “Vaffanculo, tutte voi menti piccole che pensate che solo perché sembro fisicamente carina non stia combattendo contro un mostro dentro la mia testa ogni singolo giorno” è l’amaro sfogo di Amber.
Ma perché è così difficile riuscire a far capire cos’è un Attacco di Panico e cosa si provi? La verità è che, al netto dell’indifferenza, degli stereotipi e dei pregiudizi che possono avere “gli altri” è difficile far capire una cosa che non si capisce! Purtroppo, infatti, uno degli aspetti più subdoli del Panico è la sua capacità di confondersi e di confonderti.
Abbiamo visto come il primo Attacco di Panico quasi nessuno lo riconosca come tale; anche una volta comunicata la diagnosi e accettato questo compagno sgradito e ingombrante nella propria vita la persona fatica comunque a capirne e definirne fino in fondo la natura. Alcune persone che ne soffrono da anni nutrono ancora dei dubbi su cosa sia esattamente e perché si “materializzi” all’improvviso.
Prima di tutto occorre fare due importanti premesse:
- Non esiste l’Attacco di Panico! Esistono molti Attacchi di Panico. Una persona che soffre di Attacchi di Panico fatica a farsi capire persino da altre persone che ne soffrono; questo in virtù del fatto che i sintomi sono molto diversi da persona a persona e da attacco ad attacco.
- I sintomi che la persona percepisce spesso simultaneamente sono di natura diversa; non solo fisici ma anche cognitivi emotivi e comportamentali.
LA PRIMA COSA DA FARE PER SUPERARE IL PROBLEMA DEGLI ATTACCHI DI PANICO
Per vincere gli attacchi di panico la prima cosa da fare nel corso di una terapia efficacie è proprio conoscerli e comprenderli. Questa procedura terapeutica è conosciuta come psico-educazione ed ha lo scopo di rendere consapevole la persona del funzionamento dei cosiddetti sintomi in modo da poterli affrontare in maniera più efficacie. Io consiglio spesso i miei pazienti di approfondire per conto loro a casa alcuni contenuti psicoeducativi attraverso materiali efficaci. Un’altra procedura molto efficace è condividere con la persona l’importanza di “registrare” tutto quello che sta succedendo.
«Lo so che le può sembrare una richiesta strana ma le chiedo di fare una cosa importante: in questo momento non siamo in grado di evitare che le venga un attacco di panico ma possiamo fare “buon viso a cattivo gioco” e “smascherarlo”. Al prossimo attacco di panico cerchi di notare quello che sta succedendo con il preciso scopo di riportarlo alla prossima seduta, se ce la fa prenda qualche appunto durante o subito dopo l’attacco. Cerchi di segnare tutto quello che stava succedendo prima sia dentro di sè (pensieri ed emozioni) sia nella situazione in cui si trovava; quello che succede durante compresi i suoi spontanei tentativi di gestire la situazione. Le chiedo in pratica di assumere un’ottica “esterna” e diventare una sorta di detective così da darmi una mano nel conoscere le caratteristiche dei suoi attacchi».
dr. Carlo Dalmonego
Quest’atteggiamento cooperativo usato nelle terapie cognitivo-comportamentali è conosciuto come empirismo collaborativo ma, al di là delle definizioni tecniche, è la chiave di volta per impostare un percorso di cura: rendere la persona protagonista del suo percorso e guidarla a compiere quei passi indispensabili per superare il Panico (o qualunque altro problema). Il primo step quindi è conoscere il Panico come lo deve conoscere un professionista; non serve a nulla, infatti, che io “insegni” ad una persona cos’è il Panico o come superarlo, devo “insegnargli a scoprirlo” (ancora meglio “guidarla a scoprirlo insieme”), allora questo processo di conoscenza sarà veramente terapeutico.
Qual è quindi una delle prime cose da sapere sui sintomi dell’attacco di panico? La risposta rapida è che sono tanti e di diversa natura. Proviamo a spiegarlo meglio.
- I sintomi meno faticosi da comprendere (ma non da gestire) sono quelli fisici: possono essere tanti, diversi e contraddittori tra loro (es: provare molto freddo o provare molto caldo).
- Accanto ai sintomi fisici ci sono i sintomi cognitivi ed emotivi ovvero tutto ciò che ci passa per la testa: possono essere pensieri coscienti come “oddio adesso muoio” oppure la consapevolezza di provare un’emozione intensa come la paura.
- Facili da ignorare, inoltre sono i sintomi comportamentali che descrivono tutti quelle azioni che una persona mette in atto quando prova un attacco di panico; primi tra tutti i comportamenti di evitamento
Nell’infografica sottostante alcuni dei principali sintomi dell’Attacco di Panico.
Write a Comment