Categoria: Acceptance and Commitment Therapy (ACT)

Obiettivi efficaci? Obiettivi SMART!

Perché facciamo tanta fatica a cambiare? La risposta meriterebbe un trattato di 600 pagine e in questo post vorrei concentrarmi su una delle leve fondamentali del cambiamento: l’azione. Nell’ultimo articolo ho cercato di raccontarvi in breve quali modalità di agire siano veramente valide per cambiare davvero e l’enfasi è stata messa su un processo fondamentale dell’ACT: l’azione impegnata. Vi avevo anticipato che sarei tornato sul tema “obiettivi” che rappresenta il tassello fondamentale per poter passare all’azione (impegnata). Per chi se lo fosse perso abbiamo parlato già di obiettivi (qui) ed il tema interessa molto non solo la clinica ma anche chi, a vario livello, s’interessa di sviluppo personale. Read more

Azione!

Quante volte avete sentito decantare le virtù del “fare“?

Fa ciò che devi fare e avrai il potere di farlo.
(Ralph Waldo Emerson)

La citazione del grande filosofo americano è una delle centinaia che, da prospettive molto diverse, talvolta contrapposte, esaltano la virtù dell’agire evidenziando quanto un limite di molti sia proprio nell’incapacità di “passare all’azione”. Anche nell’Acceptance and Commitment Therapy questo aspetto è presente, eredità della Behavior Analysis, e costituisce uno dei processi fondamentali che favoriscono la flessibilità psicologica: l’azione impegnata. Prima di capire cos’è e come mettere in pratica l’azione impegnata mi sembra importante evitare fraintendimenti e cercare di evidenziare cosa innanzitutto non è azione impegnata. Read more

La mindfulness è inutile (se non sai come utilizzarla).

Qualcuno di voi sarà sobbalzato sulla sedia a veder accostato l’aggettivo inutile ad un’esperienza ricca ed importante come la mindfulness. I lettori abituali del blog sanno quanto la conoscenza e l’uso della mindfulness siano fondamentali non solo nella terapia ma anche nel rendere ricca e di valore ogni esistenza.

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Evitamento

Evitare o non evitare?

Ti capita di cercare ad ogni costo di evitare alcune situazioni sgradevoli? Sono sicuro di sì! Io ad esempio evito lo shopping perché non provo nessun gusto ad indugiare in un negozio osservando vestiti che non mi servono e so già che non comprerò e penso che tutti voi abbiate tanti esempi di situazioni che, potendo scegliere, eviterete di vivere.

L’evitamento di cui voglio parlare in questo articolo è “parente” di questi comuni evitamenti ma molto più subdolo e pericoloso perché entra nei meccanismi della genesi e del mantenimento di molti disturbi d’ansia. Questo ruolo centrale nell’ansia, inoltre, trova non solo una convergenza univoca negli approcci di matrice cognitivo-comportamentale ma anche una condivisione di molti clinici di altri approcci.

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