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Bias del Pavone

Se seguite il blog o anche se ci siete capitati per puro caso significa che siete avvezzi all’uso di internet e probabilmente utilizzate uno o più social network. L’uso di questi strumenti di condivisione è relativamente recente ma è cresciuto in maniera esponenziale (molti sostengono sia fuori controllo) ed ha generato anche effetti collaterali negativi. Non è interesse di questo articolo approfondire le insidie dei social (es: cyberbullismo, nuove dipendenze…) ma concentrare l’attenzione su di un fenomeno che è alla base di molti disagi che dal mondo on line trasportiamo al nel mondo off line: il self-enhancing transmission bias o conosciuto in italiano come il bias del pavone.
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Evitamento

Evitare o non evitare?

Ti capita di cercare ad ogni costo di evitare alcune situazioni sgradevoli? Sono sicuro di sì! Io ad esempio evito lo shopping perché non provo nessun gusto ad indugiare in un negozio osservando vestiti che non mi servono e so già che non comprerò e penso che tutti voi abbiate tanti esempi di situazioni che, potendo scegliere, eviterete di vivere.

L’evitamento di cui voglio parlare in questo articolo è “parente” di questi comuni evitamenti ma molto più subdolo e pericoloso perché entra nei meccanismi della genesi e del mantenimento di molti disturbi d’ansia. Questo ruolo centrale nell’ansia, inoltre, trova non solo una convergenza univoca negli approcci di matrice cognitivo-comportamentale ma anche una condivisione di molti clinici di altri approcci.

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5 buoni motivi per imparare a rilassarti e scacciare la tensione.

Avete presente quella sensazione di benessere e di piacevole torpore che ci pervade a conclusione di uno sforzo fisico prolungato in genere seguito da una meritata doccia, calda o fresca a seconda della stagione? Uno dei meccanismi alla base di quella sensazione è il principio su cui si basa il Rilassamento Muscolare Progressivo ideato da Edmund Jacobson quasi un secolo fa. Semplificando un pochino, possiamo affermare che un muscolo è maggiormente rilassato se prima è stato adeguatamente contratto e da questo principio Jacobson ha elaborato un training di rilassamento che poi ha preso il nome di Progressive Muscle Relaxation reso in italiano con Rilassamento Muscolare Progressivo. 

 Come funziona il Rilassamento Muscolare Progressivo?

Edmund Jacobson era un medico e si approcciava ai fenomeni con un rigoroso metodo scientifico. Durante le sue ricerche verificò che uno dei sintomi dell’ansia e dello stress era la tensione muscolare che si concretizzava attraverso l’accorciamento delle fibre muscolari. L’intuizione del medico di Chicago fu che il processo poteva essere anche invertito ovvero che la distensione muscolare provocava una sensazione di calma attraverso il calo dell’attività del sistema nervoso autonomo. Da queste osservazioni elaborò un metodo strutturato molto efficace e relativamente semplice da apprendere. Il metodo mira a rilassare singoli gruppi muscolari in tre fasi:
1) Concentrazione dell’attenzione in un gruppo di muscoli (es: il collo).
2) Contrazione progressiva del muscolo o del gruppo di muscoli, senza provare dolore, e mantenimento della tensione ottenuta per una quantità variabile di secondi a seconda delle fasi dell’esercizio.
3) Rilassamento graduale della muscolatura, prestando attenzione alla sensazione che si prova nella zona del corpo oggetto dell’esercizio.

Quali sono i vantaggi del Rilassamento Muscolare Progressivo?

1. Il Rilassamento Muscolare Progressivo riduce progressivamente la tensione e l’ansia.

É bene metterlo in evidenza perché è il punto focale di tutto l’articolo: è scientificamente provato che il Rilassamento Muscolare Progressivo riduce la tensione muscolare di una persona aiutandola a rilassarsi e riducendo il suo stato d’ansia.

2. Il Rilassamento Muscolare Progressivo è facile da imparare.

Per creare il setting che serve a svolgere una seduta di Rilassamento Muscolare Progressivo non servono particolari attrezzature: un tappetino di quelli che si usano in palestra se si svolge a terra o una sedia comoda se si lavora da seduti, una stanza abbastanza tranquilla ed un trainer preparato. Molti terapeuti di approccio cognitivo-comportamentale hanno imparato il rilassamento muscolare progressivo durante il loro training di specializzazione e/o in seminari specifici.

3. Il Rilassamento Muscolare Progressivo non ha particolari controindicazioni.

Alcuni metodi di rilassamento che prevedono un training immaginativo da accompagnare al rilassamento muscolare sono più difficili da imparare e spiegare (per il terapeuta) e più delicati da applicare a se stessi (per il paziente/cliente). Nulla contro queste tecniche che, se usate bene, possono essere ancora più efficaci ma necessitano di maggior controllo del setting e dello stato d’animo della persona. Il Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson invece necessita dei pochi accorgimenti visti prima e nel rapporto costi/benefici risulta il migliore.

4.Il Rilassamento Muscolare Progressivo si integra perfettamente con gli interventi cognitivi e comportamentali.

Oltre ad agire in maniera indiretta sullo stress e sull’ansia, il Rilassamento Muscolare Progressivo aumenta l’efficacia degli altri interventi integrandosi molto bene con il lavoro sui pensieri (es: defusione cognitiva) o sul comportamento (es: esposizione).

5. Il Rilassamento Muscolare Progressivo è un ottimo esercizio propedeutico al Training autogeno e alla Mindfulness

Nel mio lavoro ho notato come aver imparato una respirazione corretta, a mantenere la giusta postura del corpo e a contrarre e decontrarre i muscoli in maniera volontaria e consapevole sia alla base di tutte le tecniche di rilassamento e/o meditative. Nel Training Autogeno, ad esempio, si usa spesso il Rilassamento Muscolare Progressivo e nella pratica della Mindfulness risulta molto utile aver dimestichezza e consapevolezza delle sensazioni che il nostro corpo è in grado di farci provare.

Un esempio  di parte di un intervento di Rilassamento Muscolare Progressivo.

Per capire nella maniera più pratica possibile inserisco la parte iniziale della prima seduta del Rilassamento Muscolare Progressivo: le istruzioni iniziali e il lavoro sui muscoli della mano (avambracci). Provate seguendo le istruzioni e attenzione al tempo…

Istruzioni iniziali

Istruzioni prima seduta Rilassamento Muscolare Progressivo

Rilassamento delle mani

Esempio di lavoro sugli avambracci con il Rilassamento Muscolare Progressivo

Chi ha paura della paura?

Vi siete mai accorti che il vostro corpo vi “avvisa” quando c’è un pericolo? Avete presente la vertigine che provate affacciandovi nel vuoto su di un ponte o un parapetto? L’inquietudine che vi prende quando improvvisamente vi ritrovate al buio? Sono utili meccanismi adattivi frutto del risultato della nostra evoluzione. Alcune volte però non siamo in grado di collegare quelle sensazioni ad alcuna minaccia imminente e sono quelle stesse sensazioni che ci spaventano. Questo fenomeno è alla base della genesi ma soprattutto del mantenimento di molti disturbi d’ansia e la ricerca clinica l’ha definito Anxiety Sensitivity. 
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Ho paura di guidare!

La paura di guidare è una delle manifestazioni d’ansia più comuni che esistano e che con maggior frequenza mi è capitato di trattare con la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Un luogo comune da sfatare riguarda il fatto che chi ha paura alla guida abbia necessariamente avuto delle esperienze più o meno traumatiche (incidenti, malori o altri inconvenienti). Non fraintendetemi: essere coinvolti in un incidente stradale può portare a sviluppare una fobia correlata alla guida coerentemente con i modelli che riguardano altre fobie più o meno specifiche (es: paura dell’acqua) ma molte persone che soffrono di ansia alla guida, attacchi di panico alla guida o che più semplicemente hanno paura di guidare ed evitano di farlo non sanno ricondurre questi stati d’animo ad una causa specifica. Read more